Nessun botto e poche emozioni. Un acquisto svanito e la consapevolezza dell’emergenza. Cala il sipario sul mercato (era ora) ed in casa Avellino è già tempo di bilanci. Okwonwo non è arrivato. Paghera è partito. Moretti è rimasto e sarà riarruolato. Intanto Novellino è costretto a fare i conti con una rosa avvizzita, decimata dalle defezioni e, salvo sorprese, affronterà la trasferta di Foggia con una sola punta pura. Complice l’infortunio di Morosini, l’assenza di Castaldo e la presunta (e tragicomica) pubalgia di Ardemagni, l’unico attaccante arruolabile sarà lo spagnolo Asencio.

Strano. Inverosimile. Grottesco. Soprattutto se si considera che la società ha avuto a disposizione un mese per ovviare alle lacune del roster, privo di diversi elementi già in occasione della sfida contro la Cremonese. Cosa è successo? Perché, nonostante il calciomercato, non è stato posto rimedio alle magagne strutturali dell’Avellino? Cosa o chi ha impedito ai due direttori di raggiungere gli obiettivi? Proviamo a rispondere…

Al solito si è commesso l’errore di piazzare i colpi importanti solo l’ultimo giorno della sessione invernale. La società, come se non bastasse, ha stanziato un budget pressoché inesistente, insufficiente ad acquisire giocatori che potessero irrobustire la rosa. Una vecchia problematica che attanaglia l’Avellino con allarmante puntualità. Ogni volta che bisogna alzare l’asticella e guardare ad un palmo dal proprio naso nascono puntuali gli intoppi, dettati quasi sempre dall’atavica penuria di danaro. Al punto che Okwonkwo, tallonato per oltre due settimane da De Vito, complici vecchie ruggini con il procuratore è stato sgraffignato dal Brescia per un pugno di Euro, vanificando l’acquisto del pezzo pregiato che avrebbe potuto far cambiare marcia all’Avellino.

ALIBI UFFICIALE - L’infortunio occorso a Bidaoui, la riacutizzazione muscolare patita da Cabezas ed il forfait improvviso (ma prevedibile) di Gavazzi avrebbero spinto la società a mutare strategia e a puntare sull’ennesimo esterno: Armando Vajushi, un’ala albanese proveniente dalla Pro Vercelli. In realtà l’acquisto è stato indotto dall’esigenza di appioppare Paghera ai piemontesi al fine di sviluppare uno scambio tra calciatori reietti, invisi ai rispettivi tecnici ed utilizzati con il contagocce. Considerate le premesse l’Avellino ha puntato all’albanese più per la necessità di liberarsi da un ingaggio pesante, che per scelta (il calciatore è stato inserito nella partita di giro).

CONSUNTIVI & PREVISIONI - Sono poi sbarcati in Irpinia De Risio e gli stranieri Cabezas e Morero. Buoni artigiani (soprattutto il primo) ma in ottica play off (distanti una manciata di punti) serviva ben altro. Anche perché, come è noto, Il mercato è spesso riproduzione in scala delle ambizioni di una società, l’emblema della voglia di crescere e raggiungere risultati mirabili. In questo caso, ancora una volta, si è avuta la triste conferma di tutti i presentimenti che aleggiano da anni nell’ambiente biancoverde: la società è in evidente crisi finanziaria e ha letteralmente mandato il direttore sportivo allo sbaraglio, nella speranza di liberarsi di ingaggi gravosi (Moretti e Paghera) per poi puntare su calciatori a buon mercato. Una strategia esiziale che costringerà i Lupi a reinventarsi contro una diretta concorrente alla salvezza. Servirà la partita perfetta, condita da una buona dose di fortuna. Con la speranza che una sonora vittoria spazzi via chiacchiere e…presentimenti.

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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