Torna a casa Messi, ‘sta casa aspetta a te. Più che un monito, un obbligo ascetico dopo la

figuraccia del Camp Nou. La Juve inchioda 0-0 i fuoriclasse blaugrana e approda alle semifinali di Champions League. Se non conoscessimo la qualità dei bianconeri parleremmo di miracolo, di Barcellona sclerotizzato, fotocopia sbiadita dei tempi d’oro. Non lo faremo. Narreremo di un passaggio storico, sacrosanto, figlio di due gare perfette. Un passaggio timbrato dall’affidabilità della difesa, costantemente inappuntabile e dal dedalo tattico macchinato da Mister Allegri: una mistura deflagrante.

Guai, però, a parlare di catenaccio. Sarebbe retorico. Populistico. Ingiusto. Perché la Juve gioca a testa alta, attacca, ripiega e riparte fulminea in contropiede. Senza alcun timore reverenziale. Con la freddezza del veterano. Il pareggio in terra spagnola è frutto delle parate salvifiche di Buffon (su Messi nel primo tempo), degli interventi ermetici di Bonucci e Chiellini, della sfrontatezza di Dani Alves, dell’inesauribilità di Mandzukic, della classe di Dybala. Ma soprattutto dalla perspicacia della società: in poco meno di due anni, dalla finale di Berlino persa proprio contro i Catalani, Marotta e Paratici hanno rinsaldato la squadra in tutti i reparti irrobustendo una corazzata già fortissima. Senza mai dover rimpiangere i calciatori ceduti. Tevez e Pogba compresi...

In pochi lo avrebbero pronosticato, ma Al Camp Nou abbiamo ammirato le gesta di una Juve tutto arrosto e niente fumo; disciplinata in attacco e invulnerabile in difesa. In alcuni frangenti ha ricordato l’Inter di Mourinho che riuscì ad arginare un Barcellona segnalato da tutti tra i favoriti. O il grande Milan di Ancelotti portatore sano di quella vocazione europea tanto cercata e mai raggiunta. Parallelismi a parte una cosa è certa: la Juve è dentro. Il Barça fuori. Gli avversari sono avvertiti. La strada verso Cardiff sembra già spianata...

di Maurizio de Ruggiero  

Aggiungi commento